Napoli e Ischia con L’amica geniale
Movie Set a Napoli
La storia è ambientata a Napoli nel rione Luzzatti-Ascarelli (che gli abitanti chiamano semplicemente ‘il rione’), un quartiere popolare degli anni ’50, alla periferia est di Napoli: sono ancora riconoscibili la scuola, la chiesa, la piazza e i giardinetti. Ci si arriva con la linea 2 della metro, scendendo alla fermata Gianturco, zona anticamente destinata ai fabbricanti di cuoio, che deve il suo nome al politico e giurista Emanuele Gianturco, che la fece demolire e ricostruire agli inizi del secolo scorso.
L’atmosfera oggi è un po’ diversa, ci sono meno biciclette e più automobili. Ma per i fan della Ferrante la sola vista del tunnel sotto la ferrovia (il cavalcavia di via Taddeo de Sessa) è un tuffo al cuore, perché pare di vederle le due bambine che lo attraversano, giocando con l’eco, nella polvere sollevata dalle poche automobili sulla strada non asfaltata, per andare a vedere il mare: appena superato il ponte i loro visi si illuminano quasi che il mare fosse già visibile lì, davanti a loro!
Le scene, in realtà, sono state girate a Marcianise, in provincia di Caserta, dove il quartiere Luzzatti dela Napoli anni ’50 è stato quasi interamente ricostruito nei 60000 metri quadrati dei vecchi stabilimenti del gruppo edilizio di Saint Gobain, grazie al grande lavoro dello scenografo Giancarlo Basili.
Al rione Luzzati oggi è da non perdere la visita ai murales ispirati alle vicende di Lila e Lenù. La prima opera di street art è firmata da Eduardo Castaldo, ovvero il fotografo di scena della fiction tv de L’amica geniale. E’ stata realizzata sulla facciata della biblioteca comunale di via Leonardo Murialdo.
L’altra opera è stata realizzata in Piazza Lo Bianco dallo street artist Gomez. E’ un murales alto più di venti metri intitolato dall’autore Nient’altro importa.
Altre scene però sono state girate a Ischia, a Gaeta e poi naturalmente a Napoli.
Se la sua voce si allontanava dalle cose, le cose si impolveravano e si macchiavano” (Episodio 3: Le metamorfosi)
Poco distante dal quartiere Luzzatti c’è il tribunale di Napoli, dove il padre di Elena è usciere. A sole tre fermate di metropolitana da Gianturco c’è Port’Alba, che Elena attraversa tutti i giorni al ritorno da scuola; è lì che riceve la dichiarazione d’amore del compagno di scuola e gli dice sì, solo perché, per una volta, vuole dire di aver fatto una cosa prima di Lila; la porta, tutto un susseguirsi di bancarelle di libri e pizzerie, risale al 1625 e ha sostituito un torrione di guardia che impediva il passaggio e obbligava gli abitanti della zona a fare il giro delle mura per passare dall’altra parte.
Da Port’Alba, con la metro 1 si arriva alla fermata Toledo. Siamo nel cuore dei Quartieri Spagnoli e del Rione Carità del capoluogo campano, Toledo è una bellissima opera d’arte sotterranea del catalano Oscar Tusquets Blanca e inaugurata nel 2012. Per il suo valore artistico e per la tecnologia d’avanguardia utilizzata ha guadagnato il titolo della più bella stazione metropolitana d’Europa.
Proseguendo a piedi lungo la via omonima (è la strada dei negozi, quasi tutta isola pedonale), e poi lungo via Chiaia (dove, nel film, vediamo Lila ed Elena passeggiare tra i negozi), si raggiunge piazza dei Martiri: è qui che Lila e Stefano apriranno il loro negozio di scarpe.
Al centro della piazza c’è una colonna con una statua alata che simboleggia la virtù dei martiri. Ai piedi della colonna quattro diversi leoni (uno sdraiato, uno in piedi, uno morente e uno trafitto da una spada) che rappresentano i martiri napoletani di diverse epoche storiche.