La pelle dell’orso
Le montagne restano immobili, siamo noi che dopo un’avventura non siamo più gli stessi (Royal Robbins, scalatore americano)
I luoghi del film da visitare:
Una vacanza alla scoperta dei luoghi che hanno ospitato il film La pelle dell’orso non può che essere avventurosa. La presenza delle rocce dolomitiche favorisce la pratica di sport come il trekking e lo sci, mentre i vasti altipiani e sentieri di vario grado di difficoltà rendono il territorio particolarmente adatto alle escursioni a piedi, a cavallo o con la mountain bike. Nel periodo primaverile ed estivo le verdi valli sono una meta confortevole per le famiglie che sono alla ricerca di un’oasi di pace per rigenerarsi e divertirsi.
Val di Zoldo – Anello Zoldano
Inserita nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, la valle zoldiana è un territorio incontaminato che vanta aree di notevole valore paesaggistico come l’altopiano del Pramperet. Fanno da cornice a questo splendido territorio suggestivi rilievi montuosi tra i quali spiccano il monte Civetta e il monte Pelmo, alti più di 3000 metri.
Le Dolomiti Zoldiane offrono numerose opportunità di svago: da rilassanti passeggiate nei boschi a piedi o a cavallo ad attività più impegnative come il trekking, le escursioni lungo i sentieri dell’anello zoldano e le arrampicate sulle pareti rocciose.
Tra queste maestose vette il Comprensorio del Civetta è una meta turistica invernale apprezzata da tanti sciatori che da qui possono spostarsi anche lungo il resto del carosello delle Dolomiti Superski, con circa 1.200 km di piste.
Forno di Zoldo e la frazione di Forsenighe
In provincia di Belluno, Forno di Zoldo, assieme a Zoldo Alto, è parte del comune di Val di Zoldo. E’ una piccola località che merita di essere visitata per le sue bellezze naturalistiche e storico-artistiche, come la quattrocentesca chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate oppure la chiesa di San Vito martire che si trova nella frazione di Fornesighe, l’antico borgo con case di legno e pietra che conservano ancora elementi architettonici tipici della montagna zoldana e mantenute nel tempo nella loro originalità, grazie all’opera di recupero del famoso architetto Edoardo Gellner.
A Forno merita anche una visita il Museo del Ferro e Chiodo, dove sono in mostra reperti archeologico-industriali utilizzati nella lavorazione del metallo e degli utensili.
Val Zemola, Erto e il Vajont
La Val Zemola è una valle racchiusa tra le Dolomiti Friulane, a nord del comune di Erto, non si trovano centri abitati ma numerosi rifugi e casere, raggiungibili dai vari sentieri che costellano il territorio. Anche questa valle ha ospitato alcune scene del film in cui i due protagonisti sono sulle tracce dell’orso.
Location scelta per la sosta di Pietro e Domenico, è il rifugio di Cava di Buscada, a 1758 metri di altezza, alle pendici del monte Buscada. Costruito storicamente per ospitare i lavoratori della antica cava di estrazione del pregiatissimo marmo rosso, di cui oggi sono visibili alcuni reperti, il rifugio è un luogo molto accogliente e suggestivo dove si può ammirare una vista panoramica sulla valle e sulle cime. Attraversando i pratoni per incamminarsi verso altri rifugi, è possibile anche avvistare stambecchi, camosci e marmotte.
Nella Valle del Vajont si trova Erto, che assieme alla frazione di Casso è un comune di qualche centinaia di abitanti. Entrambi i paesi fanno parte dei Borghi Autentici d’Italia, con costruzioni tipiche dell’architettura montana spontanea, come le ‘case a torre’ in pietra locale.
Presso il Centro Visite di Erto si trova una documentazione completa su ciò che avvenne il 9 ottobre 1963 quando si staccò una parte di roccia dal Monte Toc, originando una frana distruttiva che rase al suolo i centri abitati come Longarone situati lungo il torrente Vajont, nei pressi del lago artificiale creato dalla diga.
Dal paese di Erto è possibile raggiungere Casso attraverso l’Antica Via del Carbone, dove storicamente veniva trasportato a spalla il carbone vegetale dei boschi della Val Zemola.
Un’attrazione naturale di questo territorio sono i Libri di San Daniele, conformazioni rocciose con lastre di pietra disposte le une sopra le altre che sembrano enormi libri.