Il ghetto di Roma ne La Finestra di Fronte
Oltrepassando la chiesa, continuiamo qualche metro e prendiamo la tortuosa stradina sulla sinistra, Via di Monte Tarpeo, che sale fino alla Piazza del Campidoglio, dove ha sede il Comune di Roma Capitale. Qui ha sede il Palazzo Senatorio, sorto sui resti del Tabularium, l’Archivio di Stato dell’antica Roma, i Musei Capitolini e la Pinacoteca Capitolina, realizzata su richiesta di papa Benedetto XIV nel 1748.
Prima di arrivare alla piazza, sulla sinistra, troviamo Via del Tempio di Giove dove, al di sotto del Palazzo Caffarelli, si possono vedere i resti del basamento del famoso tempio dedicato alle divinità della triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva.
Scendendo dalla Piazza del Campidoglio dalla scalinata principale, risaliamo lungo i gradini che portano alla chiesa medioevale di Santa Maria in Ara Coeli che sorge sui resti del tempio di Giunone Moneta. Il nome di questa chiesa fu attribuito nel ‘300, quando si affermò la leggenda che la Vergine fosse apparsa in questo luogo all’imperatore Augusto.
Ridiscendiamo sulla strada e percorriamo Via del Teatro Marcello. Come ci ricorda la via, in questo luogo risiede il Teatro Marcello, antico edificio costruito per gli spettacoli romani.
Il Teatro Marcello si trova accanto ai resti del Tempio di Apollo Sosiano, costruito tra il 433 e il 431 a. C., che possiamo notare mentre ci accingiamo a svoltare in Via Montanara, la via che troviamo sulla nostra destra, subito dopo la curva.
Scendiamo ora lungo Via Montanara, ci avventuriamo così verso la zona del Ghetto Ebraico, un angolo tra i più suggestivi di Roma dove la tradizione vive ancora tra ricordi di storia e architettura. Il ghetto storico comprendeva un’area davvero ristretta, tra il Tevere e le attuali Vie del Portico d’Ottavia e Piazza delle Cinque Scole. Ora l’area confina con il Lungotevere de’ Cenci e comprende anche Piazza Mattei, Via Arenula e parte del Rione Campitelli.
Nel ghetto sono ambientati gli episodi più salienti e drammatici che restano impressi in modo indelebile nella memoria dell’anziano Davide.
Appena entrati in Via Montanara, passiamo accanto all’edificio che ospita la sala Santa Rita, oggi adibita a spazio espositivo polifunzionale per iniziative culturali ed istituzionali promosse dal Comune di Roma. Questa struttura era in origine la Chiesa dedicata a Santa Rita da Cascia, che qui venne trasportata dopo la sua originaria costruzione accanto alla scalinata di Santa Maria in Ara Coeli, ai piedi del Campidoglio.
Più avanti incontriamo Piazza Campitelli, con la Chiesa di Santa Maria in Campitelli e al centro la fontana, dove sono incisi gli stemmi delle quattro famiglie più ricche di una volta, come i Capizucchi e gli Albertoni, le nobili famiglie proprietarie degli gli storici palazzi che si affacciano sulla piazza e che mantengono ancora i loro nomi.
Continuando la nostra passeggiata, ci immettiamo in Via dei Funari, dove, a pochi metri, ci troviamo in Piazza Mattei, altro luogo ricordato nel film, come punto di incontro più volte scelto da Giovanna e Lorenzo per parlare e ricostruire la storia dell’anziano Davide.
Al centro della piazza ammiriamo la splendida Fontana delle Tartarughe, un’opera ricca di grazia e armonia, costruita tra il 1581 e il 1584 dal fiorentino Taddeo Landini su disegno di Jacopo Della Porta.
Nel basamento sopra la vasca quadrata sono poste quattro conchiglie di marmo africano sopra le quali si ergono le sculture di quattro giovani. Nel 1658 il Bernini aggiunse le tartarughe, che, spinte dagli efebi, vanno ad abbeverarsi nel catino superiore.
Via Paganica è la viuzza che troviamo sulla destra della piazza, restando sullo stesso lato da cui siamo arrivati. Questa via collega il ghetto a Largo Argentina.
È in Piazza Paganica che l’anziano Davide ricorda l’incursione dei tedeschi nel quartiere per deportare gli ebrei.