La Sicilia de Il Gattopardo
Titolo: Il Gattopardo
Regia: Luchino Visconti
Sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Enrico Medioli, Massimo Franciosa, Luchino Visconti.
Protagonisti: Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Romolo Valli
Produzione: Goffredo Lombardo
Riconoscimenti principali: Palma d’oro come miglior film al Sedicesimo Festival di Cannes
Tra i più grandi classici del cinema italiano, Il Gattopardo è un film del 1963 e tratto dall’opera letteraria di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Siamo nel maggio 1860 e lo sbarco a Marsala, da parte di Garibaldi in Sicilia, porta la fine dell’aristocrazia, a cui Don Fabrizio (Burt Lancaster) assiste con malinconia.
La superiorità nobile è prossima al declino totale e l’ascesa di amministratori e latifondisti è cosa prossima a venire. A rassicurare Don Fabrizio è suo nipote Tancredi, che combatte per le file garibaldine, cercando di far volgere le cose a proprio vantaggio.
Bisogna che tutto cambi se vogliamo che tutto resti come prima!
Solo che il nobiluomo sa che ogni cosa potrà solo che peggiorare; recatosi nella residenza estiva di Donnafugata scopre che il nuovo sindaco è Calogero Sedara, un personaggio di origini umili dalla dubbia istruzione, arricchito e dalla carriera politica avviata.
Tancredi, in principio corteggiatore della figlia del principe Fabrizio, Concetta, s’invaghisce di Angelica, la figlia di Don Calogero, con la quale convolerà a nozze, appendendo il cappello al patrimonio di famiglia della ragazza.
L’arrivo del Cavaliere Chevalley di Monterzuolo a Donnafugata porta a Don Fabrizio aria di ripensamenti e decisioni, dato che il primo lo invita alla nomina di senatore del nuovo Regno d’Italia, ma il principe rifiuta, perché legato al vecchio pensiero del mondo siciliano.
I siciliani non vorranno mai migliorare perché già si considerano perfetti e in loro la vanità e più forte della miseria….
se essi, i siciliani, non imparano da piccoli allora è finita e a vent’anni è già troppo tardi!
Sarà durante un ricco ballo aristocratico che Don Fabrizio realizzerà di come la nuova borghesia si sia insediata nel suo mondo, spingendolo a fare un non piacevole bilancio sulla sua vita.
Le prime scene del film mostrano il palazzo dove vive Don Fabrizio con la sua famiglia. Se nel romanzo si parla di Villa Salina, per l’ambientazione filmica viene scelta Villa Boscogrande, restaurata per l’occasione in 24 giorni, per essere pronta per le riprese del film durate ben 10 giorni.